Erbe di Campo: la Top 5 delle illustri sconosciute

Erbe di Campo: la Top 5 delle illustri sconosciute

Erbe di Campo: la Top 5 delle illustri sconosciute

Con l’arrivo del fresco e delle piogge autunnali la natura vive una fase di seconda piccola primavera; l’ambiente si risveglia dal torpore dovuto al caldo e siccità estive e mentre alcune piante perdono le foglie, altre manifestano il loro vigore autunnale che durerà fino all’arrivo del freddo: stiamo parlando delle piante erbacee, presenti in natura in varie grandezze e dalle forme più disparate. Questa stagione è ideale non solo per chi ama cercare funghi ma anche per chi apprezza le erbe di campo, ottime da fare sia in insalata, sia cotte e coglie l’occasione per dedicarsi a ricette inedite, appetitose e salutari. Le erbe di campo sono chiamate anche alimurgiche, termine coniato dal naturalista fiorentino Targioni-Tozzetti nel trattato De alim-enti urge-ntia (1767), che trattava la possibilità di far fronte alle carestie, ricorrendo all’utilizzo dei prodotti della terra. cioè erbe commestibili.

Le “erbette” sono economiche, salutari e spesso molto comuni

Si tratta di piantine rustiche e resistenti, che crescono quasi ovunque vi sia un fazzoletto di terra non coltivato. Alcune ci risultano molto familiari in quanto è possible incontrarle sia in campagna che in un contesto cittadino come il giardino di casa. Nel nostro territorio sono presenti una grande varietà di piante alimurgiche; sarebbe interessante prenderle in esame singolarmente evidenziando le loro caratteristiche e proprietà, ma ci sarebbero così tante informazioni che non basterebbe un libro molto voluminoso! Ecco le top five più diffuse, già sufficienti per farsi un’idea generale di queste piante e prendere qualche spunto per piacevoli e salubri abbuffate.

Pratoline (o Margheritine di campo)

1) Facilissime da riconoscere se hanno il fiore, un po’ meno se non ce l’hanno: le pratoline (o margheritine di campo). Chi non ha mai staccato uno ad uno i suoi petali cercando di farsi rivelare la disposizione sentimentale della persona amata (m’ama o non m’ama)? Un utilizzo alternativo di questa pianta potrebbe essere quello di lasciare i petali dove sono e mangiarsi tutto il fiore. Di questa pianta si possono mangiare anche le foglie che sono piuttosto aromatiche e dotate di una sfumatura di sapore particolare, impossibile da descrivere a parole. E’ un’esperienza facile da sperimentare poiché le margheritine di campo sono davvero molto diffuse.

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Soffione, Piscialetto o Dente di leone

2) Lo chiamano in tanti modi: soffione, piscialetto o dente di leone. Ma il suo nome più approprianto è tarassaco; per chi vuole essere sofisticato Taraxacum officinale. E’ una pianta di cui non si butta via nulla. I bambini sono soliti giocarci ed usarle per esprimere desideri, ma sono ottime anche da utilizzare in cucina, infatti le sue foglie più tenere si prestano benissimo ad essere condite in insalata, ma sono deliziose anche ripassate in padella. I suoi fiori gialli sono gustosi e molto decorativi, i boccioli possono essere conservati in salamoia o sott’olio.

E il nome popolare? E’ legato alle proprietà diuretiche

La sua radice è da sempre utilizzata in ambito erboristico per le sue straordinarie proprietà depurative e diuretiche (da cui il nome popolare “piscialetto”). Un occhio inesperto può confondere la sua foglia tipicamente dentata con quella di altre piante della sua famiglia di appartenenza, le asteraceae, ma quando ci sono il fiore o il soffione, ogni dubbio sulla sua identità svanisce.

Ortica

3) L’ortica è forse una delle piante più conosciute in assoluto. Si tratta di uno dei vegetali più versatili che esistano quanto ad utilizzo in cucina. E’ nota da sempre per le sue proprietà urticanti che stimolano la circolazione (cosa oggigiorno impensabile). Gli erboristi prescrivono di utilizzarne il decotto per normalizzare il PH del cuoio capelluto. Il succo delle sue foglie centrifugato è un notevole ricostituente e tonificante, inoltre è possibile ricavarne una fibra con cui realizzare tessuti di qualità eccellente. Una delle applicazioni più apprezzate che esaltano il sapore questa pianta è sicuramente nell’impasto dei rinomatissimi ravioli di ortica. Non tutti sanno che i suoi germogli possono essere uniti alla misticanza di verdure cotte oppure utilizzati per insalate appetitose e originali in quanto diventano innocui dopo essere stati sbollentati. Potremmo definirla una pianta irritante e che si sa difendere ma, presa nel modo giusto, sa essere molto generosa!

Vitalba

4) Girando per le strade di campagna in primavera è facilissimo incontrare qualcuno con in mano un voluminoso mazzetto di germogli di vitalba. E’ sicuramente la pianta commestibile più utilizzata. Di questa rampicante, estremamente diffusa, si utilizzano tradizionalmente i germogli per preparare ottime frittate dal gusto amarognolo. In realtà la si può impiegare nei modi più svariati, un po’ come gli asparagi. E’ da evitare con cura invece l’insalata di germogli di vitalba. Questa specie infatti appartiene alla famiglia delle ranuncolaceae, che generalmente sono velenose e lei non costituisce un’eccezione. Ma per fortuna i germogli di Clematis vitalba, questo il suo nome scientifico, di alcaloidi tossici non ne ha abbastanza da poter essere davvero pericolosa, inoltre, una bollitura in acqua ne cancella ogni traccia di tossicità. Nessun problema quindi ad usare questa ranuncolacea in cucina, ma senza dimenticarsi di cuocerla.

Sulla (o Lupino)

5) Il termine “lupino” può dar luogo ad una certa confusione. In vaste zone del nostro paese infatti con “lupino” si intende sia il seme giallo rotondo che si sbuccia e si mangia, sia una pianta selvatica di cui a primavera si mangiano i fusti. Quello giallo è il seme del Lupinus albus mentre la specie che ci interessa in questa sede è la sulla o Hedysarum coronarium. Si tratta di un vegetale molto diffuso e piuttosto conosciuto. Generalmente è apprezzatissimo dai bambini che nel periodo di maggio raccolgono i suoi fusti più voluminosi per sbucciarli come banane e mangiarli di gusto ma in realtà conquista anche il palato degli adulti. E’ un peccato limitare l’uso di questo vegetale solo ai fusti primaverili, e all’infanzia! Le sue foglie dal sapore delicato e un po’ dolce sono ottime da aggiungere sia all’insalata sia alle erbe cotte.

Federico Bassi