Normandia e Bretagna, Terre d’Incanto

Normandia e Bretagna, Terre d’Incanto

Normandia e Bretagna, Terre d’Incanto

Un’avventura in lande collinari spazzate tutto l’anno dai venti oceanici tra Normandia, nome che deriva da “The North Man”, gli uomini del nord, i vichinghi e Bretagna, terra occupata dai popoli discesi dalla Britannia romana, cioè l’attuale Gran Bretagna.

 

Qui si respira l’essenza dell’oceano che si manifesta nelle forme più variegate.
Fari che svettano dalle alte falesie, le ottime ostriche della baia di Mont Saint Michel, il ginestrone coi suoi fiori gialli che si ripiega su se stesso: tutti i sensi sono pervasi dal profumo del mare.
Un viaggio dalle sensazioni difficili da descrivere che rimandano ad epoche passate.

Ne è un esempio la traversata a piedi con la bassa marea della baia di Mont Saint Michel come facevano i pellegrini che, fin dall’antichità hanno sempre raggiunto l’isola al centro della baia e la potente abbazia dedicata al culto di San Michele Arcangelo.
Il cammino a piedi nudi nella sabbia umida e i guadi sui rivoli creati dalla corrente che allontana l’acqua dalla terraferma regalano emozioni che si provano in pochi altri luoghi al mondo.
La meta rimane sempre visibile davanti a noi e si avvicina ad ogni passo, fino a quando i nostri piedi non toccano il freddo granito dell’abbazia.
La lavanda dei piedi è l’ultimo ostacolo prima della visita all’austera abbazia.

Sul sentiero dei Doganieri

Sensazioni tutte diverse, quelle che proviamo muovendoci sulle coste frastagliate di Cancale fino al Pointe du Gruoin sulla costa di Smeraldo con l’intenso sapore delle ostriche ancora in bocca.
Il GR34, la Grande Randonneè, il Grande cammino, chiamato anche Sentiero dei Doganieri è il filo conduttore di tutto il nostro percorso.
Si chiama così in quanto era utilizzato dai doganieri per controllare le coste ed ostacolare il contrabbando in epoche ormai remote.

 

Continuando a seguirlo ci conduce fino alla Punta di Cap Frehel. Si tratta di un luogo spettacolare: Fort La Latte compare all’improvviso e si innalza a strapiombo sulla falesia di granito rosa.
Il piacevole vento è che ci accompagna, si sposa alla perfezione con la camminata che ci conduce fino al Faro di Cap Frehel fino ad osservare la Fauconnière, alti scogli che sono il territorio di battaglie alate tra uccelli marini per il possesso del poco spazio disponibile.
Spostandoci ad ovest, raggiungiamo la costa di Granito Rosa, anch’essa una tormentata dall’azione erosiva di vento e mare, disgregata in una miriade di spettacolari insenature ed isolotti.

Brehat, meraviglia fiorita senz’auto

Prima tappa l’isola di Brehat, che al di fuori dei mesi estivi è un paradiso indimenticabile di quiete e naturalità e in cui gli austeri edifici col tetto in ardesia compongono un curioso contrasto con la miriade di piante fiorite, provenienti da tutto il mondo, che vi trovano un microclima ideale, umido e soleggiato.
Anche qui non mancano suggestivi fari spazzati dal vento e vi troviamo persino un interessante mulino a marea.

Intervalliamo i trekking ad una gita in barca nella Riserva Naturale delle Sept Îles, un arcipelago di isolotti diventato un must-to-see per gli ornitologi in quanto occupato, oltre che da una piccola colonia di Foche grigie, da una colonia di Sule, grandi uccelli marini che si tuffano con eleganza nell’oceano per ricercare il pesce.
Da lontano le isole paiono ricoperte di neve, da vicino si comprende che il bianco è dovuto alle Sule col loro piumaggio candido, tanto fitte sulle isole da apparire un corpo unico.

Conclude la nostra settimana la piacevole escursione a Ploumanac’h: qui la costa di Granito Rosa ha la sua massima espressione dando vita a creature misteriose ed artistiche installazioni di roccia.
Bretagna e Normandia ci hanno colpito non solo per la bellezza dei paesaggi e le suggestioni dell’oceano ma anche per l’armonia di un contesto umano fatto di piccoli borghi molto curati, di aziende agricole ben tenute e di persone assai distanti dallo stereotipo dei francesi poco cordiali e distaccati.

Torneremo presto a trovarli.

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