Lasciati accarezzare dal vento e sedurre da paesaggi di roccia fumante nell’isola al centro del Mediterraneo…
Pantelleria, Perla Nera del Mediterraneo, sorge solitaria nel centro del Canale di Sicilia, a metà strada tra l’Europa e l’Africa ad opera dell’azione di antiche eruzioni vulcaniche. Questa sua posizione non ha impedito all’uomo di abitarla e modellarla, sin dai tempi preistorici, lasciando tracce indelebili nel paesaggio e dando vita ad una cultura unica, che resiste al passare del tempo. È una terra da esplorare in cammino, poiché, pur nella sua piccola estensione, è per 3/4 del territorio inclusa nell’omonimo Parco Nazionale. Pantelleria sorprende ad ogni passo per la sua grande ricchezza e diversità di scenari e di ambienti naturali che passano dal bosco di conifere alla macchia mediterranea, dall’aromatica gariga all’arida steppa, dalla “sauna” naturale alle vasche termali e curiose fumarole…
Pantelleria è un crocevia di popoli e culture. Ai Fenici, che la chiamarono Kossura dotandola di un porto proprio nel punto nel quale si trova ancora oggi, seguono i Cartaginesi, i Romani, i Vandali, i Bizantini e gli Arabi che danno nuovo impulso all’agricoltura cominciando la coltivazione del cotone, dell’ulivo e del fico e introducendo nuove tecniche colturali per la vite. Tuttora tanti villaggi agricoli sull’isola hanno ancora il nome arabo: Khamma, Gadir, Rakhali, Bukkuram, Bugeber, Mursia.
Ci stupiremo osservando le chilometriche estensioni di muretti a secco che ospitano una ricca biodiversità e conosceremo i giardini panteschi. Questi ultimi sono detti anche giardini arabi e per struttura ricordano dei torrioni militari, in quanto costituiti da muri a secco edificati su pianta circolare. I giardini panteschi sono di origine remota, gli agricoltori isolani li realizzarono spinti dall’esigenza di proteggere le piante da frutto dai venti marini. Avremo la possibilità di tuffarci nelle sue limpidissime acque marine, o nelle numerose sorgenti termali naturali dell’isola. E, neppure a dirlo, da una miscela di ingredienti così originale, non poteva che venir fuori una tradizione culinaria e vinicola tutta da gustare, il celebre Passito, i profumati capperi, il pesto pantesco, l’arabeggiante cous cous di pesce, i ravioli “amari”, il dolcissimo “bacio” pantesco…
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Laureato in Lettere moderne, in Violino e Didattica della Musica, sin dall’infanzia ho sempre coltivato la passione per i viaggi e per la cartografia. A cinque anni, steso sul pavimento sotto il tavolo in cui mia nonna modellava e confezionava materassi, ho imparato a leggere attraverso mondi di carta colorati di blu, verde, marrone e bianco per raggiungere nomi di mitiche vette o isole di omerica memoria. Nel corso del tempo è maturato in me grande interesse sia per l’Antropologia culturale che per la Storia, elementi essenziali nelle mie proposte escursionistiche, nel corso delle quali mi piace condividere esperienze in cui la Natura abbraccia le tradizioni e i costumi dei popoli che l’abitano.